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Piano Transizione 5.0

Aggiornamenti al 04.03.2024

Piano Transizione 5.0 in Gazzetta Ufficiale

Il 2 marzo 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 19/2024. 

È fondamentale considerare che sarà comunque necessario attendere altri 30 giorni entro i quali dovrà essere pubblicato un ulteriore decreto attuativo che dovrà entrare nel merito degli aspetti operativi del nuovo iter di richiesta e accesso al piano di incentivi.

Un altro aspetto da non trascurare è che il Piano Transizione 5.0 sarà alternativo e parallelo al precedente e ancora vigente Industria 4.0. L’accesso ad uno o all’altro sistema incentivante sarà dato dalla percentuale di risparmio energico conseguito a livello di linea produttiva ovvero di stabilimento.

La durata del piano sarà di soli due anni, in quanto riguarda gli investimenti di competenza 2024 e 2025. Pur entrando in vigore ad anno già iniziato, sarà comunque possibile inserirvi gli investimenti iniziati a partire dal 01 gennaio 2024. È però importante che i beni vengano consegnati, installati, collaudati e interconnessi entro fine 2025. Le risorse stanziate sono di poco più di tre miliardi per singolo anno di vigenza.

Il finanziamento complessivo dal RepowerEu: 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025.

Nuovo incentivo alla doppia transizione dei processi produttivi, digitale ed energetica

Potranno accedervi imprese di qualsiasi dimensione, forma giuridica, attività economica o localizzazione geografica a patto di presentare un progetto di innovazione finalizzato a ridurre i consumi energetici di almeno il 3% (oppure in alternativa, i processi interessati dall’investimento almeno del 5%) e basato esclusivamente sui beni strumentali materiali (macchine utensili, robot, magazzini automatizzati) e immateriali (software) tecnologicamente avanzati e interconnessi ai sistemi di fabbrica indicati nella legge di bilancio 2017 che aveva definito il piano Industria 4.0″

I beneficiari dunque potranno essere tutte le tipologie di imprese con DURC e DVR in regola, esclusi i settori con: 

  • attività connesse ai combustibili fossili;
  • attività nell’ambito del sistema di scambio di quote e di emissioni UE;,
  • attività connesse alle discariche di rifiuti, inceneritori, impianti di trattamento meccanico biologico;
  • attività nel cui processo produttivo venga generata un’elevata dose di sostanze inquinanti.

Tipologia di investimento

  • Nuovi investimenti inerenti progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici.
  • Beni strumentali materiali nuovi di cui all’allegato a della l.232/2016.
  • Beni strumentali immateriali nuovi di cui all’allegato b della l.232/2016.
  • Ulteriori software:
    1. Energy dashboarding ovvero i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo.
    2. Software per la gestione d’impresa solo se acquistati insieme a software del tipo 1.
  • Per progetti di investimento sono inoltre agevolabili:
    1. Investimenti strumentali materiali nuovi per l’autoproduzione di energia per l’autoconsumo, compresi gli impianti di stoccaggio. I moduli fotovoltaici ammissibili sono esclusivamente i seguenti:
    • moduli fotovoltaici prodotti in UE con un’efficienza per modulo del 21,5%;
    • moduli fotovoltaici con celle prodotti in UE con un’efficienza per cella del 23,5%;
    • moduli fotovoltaici composti da celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem con prodotti in UE un’efficienza per cella del 24%.

I moduli di cui i ai punti 2 e 3 concorrono alla base di calcolo del credito per un importo del 120% e del 140%.

Aliquote 5.0 progressive in base alla classe di efficienza energetica

  • Investimenti fino a 2,5 milioni: Classe 3 (45%), Classe 2 (40%), Classe 1 (35%)
  • Investimenti da 2,5 a 10 milioni: Classe 3(25%), Classe 2 (20%), Classe 1 (15%)
  • Investimenti da 10 a 50 milioni: Classe 3 (15%), Classe 2 (10%), Classe 1 (5%)

Tabella riassuntiva

La riduzione dei consumi è commisurata ai consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello di avvio degli investimenti. Per le imprese di nuova costituzione il risparmio energetico è calcolato rispetto a consumi energetici medi annui riferibili a uno scenario controfattuale, da stabilirsi.

Formazione 5.0

Tetto massimo richiedibile per azienda: 300.000€ (10% dell’investimento complessivo dedicabile a sviluppare competenze per la transizione ecologica tramite formatori esterni).

Le attività formative dovranno essere finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Inoltre, i docenti potranno essere solo figure esterne all’azienda, da individuare tramite il Decreto Attuativo di prossima emanazione.

Obbligo di doppia certificazione

  • Ex ante, sottoscritta da un valutatore indipendente, che attesterà il rispetto dei criteri di ammissibilità del progetto relativi alla riduzione del consumo di energia.
  • Ex post, a testimoniare l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità al progetto.

Utilizzo del credito

Per quanto riguarda l’utilizzo del credito c’è un’importante novità: potrà essere utilizzato tramite F24, previa comunicazione di accesso del GSE all’Agenzia delle Entrate, anche in un’unica quota. Nel caso di incapienza però, la restante parte non fruita dovrà essere splittata in cinque quote annuali di pari importo. Ulteriormente, non potrà essere ceduto né trasferito all’interno di un consolidato fiscale.

Come il precedente credito di imposta, non concorre a formare la base imponibile per IRES e IRAP.

In ultimo, ma non per importanza, è fondamentale esaminare l’iter di accesso all’agevolazione. Fino ad ora infatti, la misura è sempre stata del tutto automatica e l’unico onere documentale richiesto era una dichiarazione sostitutiva di atto notorio ovvero una perizia tecnica (asseverata per investimenti di importo superiore a 300.000,00 €).

Iter di accesso

Per il Transizione 5.0, l’iter sarà molto più complesso:

  1. Per prima cosa sarà necessario inviare una comunicazione al GSE informando della volontà di procedere con il progetto di innovazione e investimento, inviando una descrizione del progetto e allegando la certificazione di un valutatore indipendente circa la riduzione dei consumi conseguibile. Le figure demandate alla redazione delle suddette certificazioni saranno gli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) certificati da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339; le Energy Service Company (ESCo) certificate da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11352. Il GSE si preoccuperà quindi di aggiornare il MIMIT sul numero delle prenotazioni del credito correttamente effettuate, tenuto conto del plafond disponibile.
  2. In corso d’opera, sarà necessario inviare delle comunicazioni intermedie al GSE sullo stato
    avanzamento lavori del progetto. Sulla base di queste, il GSE definirà l’importo fruibile del credito spettante.
  3. Post intervento sarà poi fondamentale ottenere un’ulteriore certificazione da parte di un valutatore indipendente circa l’effettiva realizzazione degli interventi, l’interconnessione e l’effettiva riduzione dei consumi.
  4. A seguito del tutto, il GSE informa l’Agenzia delle Entrate dell’elenco dei beneficiari e dell’importo del credito spettante, che potrà essere fruito cinque giorni dopo l’avvenuto scambio tra i due enti, in un’unica rata entro il 31/12/2025 ovvero, in caso di incapienza, in cinque rate di pari importo.
  5. In ultimo, a prova dei costi sostenuti, occorrerà procedere alla certificazione contabile dei costi.

A supporto delle aziende però, sono previsti fino a 10.000,00 € a copertura dei costi delle certificazioni energetiche, mentre per quanto riguarda la certificazione contabile, solo le imprese prive di obbligo di revisione legale dei conti potranno fruire di un ulteriore extra credito di 5.000,00€.

In tema di cumulabilità, la misura non potrà essere cumulata con il piano Transizione 4.0 e il nuovo Bonus Zes Unica, mentre la cumulabilità è consentita con qualunque altra misura, purchè il cumulo non porti al superamento del costo dell’investimento. Nel caso di cumulo con misure europee, occorrerà rispettare il divieto del doppio finanziamento.

Per le ulteriori specifiche e poter partire con il piano Transizione 5.0 è necessario però attendere il decreto attuativo, con il quale il MIMIT fornire maggiori dettagli anche sul contenuto delle certificazioni tecniche, oltre a istituire la piattaforma di comunicazione dedicata.

Investimenti 4.0

Le imprese che non raggiungeranno gli obiettivi di efficienza energetica ma acquisteranno beni tecnologicamente avanzati funzionali alla digitalizzazione nel biennio 2024-2025 (con anche solo versamento acconto, ma consegna del bene entro il 30 giugno 2026) potranno comunque continuare a beneficiare degli attuali incentivi del piano Transizione 4.0.

Definizione

Cos’è l’Industria 5.0?

È in corso la transizione al nuovo paradigma produttivo dell’Industria 5.0 che vedrà cambiare i valori rispetto al precedente piano. Infatti, se l’Industria 4.0 metteva al centro la digitalizzazione, il nuovo piano 5.0 si basa su principi di sostenibilità e resilienza. Da considerare come un’evoluzione naturale, l’Industria 5.0 punta alla cooperazione uomo-macchina con lo scopo di apportare valore aggiunto alla realizzazione di prodotti personalizzati rispettando i consumatori e l’ambiente. Vengono definiti quindi nuovi pattern organizzativi:

approccio human centricApproccio human centric, ovvero la tecnologia verrà adottata per conformare il processo di produzione alle esigenze dei lavoratori, ai loro diritti fondamentali, preservando la dignità umana. Inoltre, la Commissione Ue garantisce che, se applicate correttamente, tutte le soluzioni innovative permetteranno di rendere i luoghi di lavoro più sicuri e inclusivi, innalzando il grado di benessere e soddisfazione dei lavoratori.

sostenibilitàSostenibilità: entro il 2030, come prestabilito dall’Agenda 2030,  si tenterà di ridurre le emissioni di carbonio del 55%, per questo la Commissione Europea mette in luce la necessità di sviluppare modelli di economia circolare ed efficienza energetica, che non incidano sull’aumento di sfruttamento di materie prime e che riducano gli scarti, allo scopo di rispettare i limiti del pianeta.

resilienza

Resilienza: l’industria 5.0 si propone come uno strumento per assicurare la resilienza ovvero la capacità di resistere e soprattutto adattarsi al cambiamento. Come si legge dal report della Commissione Ue, i cambiamenti geopolitici e naturali sfidano pesantemente l’industria, rivelandola frangibile.

Investimenti e obiettivi

Investimenti

Il Sole 24 Ore, in un articolo del 10 dicembre 2023, descrive nel dettaglio ciò che già si sa sulle nuove regole e investimenti. Dai documenti finora condivisi, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) infatti, sta regolando le norme per l’utilizzo dei crediti d’imposta finanziati con 6,36 miliardi dei fondi REPowerEU (piano UE volto a ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili russi, e accelerare la transizione verde). Gli investimenti incentivabili spettano ancora per i beni relativi alle tecnologie già discusse nel precedente piano 4.0, ma devono garantire un risparmio energetico: almeno il 3% dei consumi di energia finale oppure risparmi energetici conseguiti nei processi indicati come target nella legge. Inoltre, saranno agevolabili con aliquote ancora da specificare, le spese del 2024 e 2025:

  • per i beni digitali materiali 4.0,
  • i beni immateriali 4.0,
  • i beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili,
  • la formazione in competenze per la transizione ecologica.

Il Mimit ipotizza l’introduzione di un tetto massimo per le attività formative pari al 5% del totale agevolato, mentre si attende ufficialità sulla possibilità di considerare validi gli investimenti eseguiti entro la metà del 2026, con clausola di pagamento entro il 2025 di un acconto pari almeno al 20% del totale. 

Nuovi obiettivi di risparmio energetico

Riponendo attenzione nuovamente sugli obiettivi di risparmio energetico, questi dovrebbero essere conseguiti tra il 2024 e il 2026 e sono quantificati in 0,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Secondo le stime l’investimento di 4 miliardi di euro dovrebbe venire in soccorso al compimento degli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico secondo gli allegati del Dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza. Il meccanismo prevederà tre livelli crescenti di risparmio energetico e un sistema di certificazione più solido. Infatti, è previsto che il progetto venga certificato preventivamente da un valutatore indipendente, che si farà carico di attestare che il progetto di innovazione ottemperi ai criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo di energia. Successivamente, sarà necessaria una certificazione sulla effettiva realizzazione degli investimenti in conformità a quanto progettato. Verranno destinati circa 60 milioni di euro allo sviluppo di una piattaforma digitale per gestire le certificazioni presentate dai beneficiari e per le attività di monitoraggio e controllo.

L’Unione Europea richiede ad alta voce un incremento dell’autoconsumo da parte delle MPMI: per stimolare le micro e piccole imprese a raggiungere risultati in linea con le aspettative, viene introdotto un ulteriore contributo a fondo perduto pari al 50% per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali per la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili. Tali sistemi apporteranno energia sostenibile tramite autoconsumo immediato o tramite sistemi di accumulo e stoccaggio.
Questa misura si aggiunge all’intero piano 5.0 sopra riportato.

La domanda che resta aperta è: l’industria 5.0 andrà a condizionare l’intera struttura organizzativo-strategica dell’azienda, orientandola ad una sorta di nuova Società 5.0? Oppure riguarderà fattori esterni ad essa, la cui applicazione porterà ad un vantaggio temporaneo, mutevole già nel prossimo triennio?

Per certo l’equilibrio tra sviluppo economico e la soluzione dei problemi sociali e ambientali rappresenta la nuova base della crescita sostenibile dell’azienda, cui tutti gli imprenditori sono chiamati a ricercare e perseguire da qui al 2030.

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