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15 Marzo 2022

Investimenti 4.0 a prova di contestazioni

Il credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi è un’ottima misura agevolativa per permettere di rendere sostenibili gli investimenti in macchinari, attrezzature e software necessari per efficientare la produzione di un’impresa.

Insieme ad altre misure come ad esempio la Nuova Sabatini o il Tax credit per il Mezzogiorno, consentono di abbattere quasi del tutto il costo imponibile del bene.

 

Di che risparmio parliamo?

Se il bene rispetta i requisiti per essere definito 4.0, nel 2022 si applicano le seguenti aliquote:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
  • 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

Se ad essere 4.0 sono i software allora l’aliquota applicabile del 20%

 

Ma cosa significa che un bene è 4.0?

Per essere qualificato come 4.0 o tecnologicamente avanzato, il bene deve rispondere a 5+2 requisiti:

  1. controllo per mezzo di CNC e/o PLC (vedi nota 1 sotto);
  2. interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica;
  3. integrazione con il sistema logistico della fabbrica e/o altre macchine;
  4. interfaccia uomo macchina semplice ed intuitiva;
  5. rispondenza ai più recenti standard in termini di sicurezza.

In aggiunta ai requisiti sopracitati, sarà necessario dimostrare il rispetto di almeno due sui tre ulteriori requisiti:

  1. sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto;
  2. monitoraggio in continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo;
  3. caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico).

 

Per quanto tempo devo dimostrare di rispettare questi requisiti?

Partiamo dal presupposto che l’obiettivo non deve essere quello di comprare un macchinario SOLO perchè c’è un’agevolazione, ma il contrario, cioè sfruttare una possibilità per riuscire a comprare un bene ancora più performante e che consente alla mia azienda di essere più produttiva, più efficiente, più tecnologica e quindi in grado di essere competitiva.

 

Per rispondere al quesito, è opportuno dimostrare che il bene soddisfi i requisiti per ALMENO il numero di esercizi di utilizzo della misura. Questo significa da un minimo di 3 anni ad un massimo di esercizi tanti quanti sono quelli di utilizzo effettivo del credito. Questo perchè il credito può essere fruito in tre quote annuali di pari importo a partire dall’esercizio di interconnessione e integrazione. Ma se in un esercizio decido di compensare solo una percentuale della quota spettante, la restante parte non è persa ma potrò continuare a sfruttarla negli esercizi successivi. La norma mi riconosce una sorta di portafoglio da cui posso attingere come meglio preferisco, con il solo vincolo di utilizzarne massimo un terzo ogni anno.

 

Perché non basta l’autocertificazione o la perizia già fatta la prima volta?

 

La documentazione di prassi e quindi l’Agenzia delle Entrate è ritornata sul punto a giugno 2021 con la risposta n. 394 affermando che “[…]Da ultimo, appare anche opportuno ricordare, in via generale, che il rispetto delle 5+2/3 caratteristiche tecnologiche e del requisito dell’interconnessione, dovranno essere mantenute in essere per tutto il periodo di godimento dei benefici 4.0. Al riguardo, si precisa che, ai fini dei successivi controlli, dovrà essere cura dell’impresa beneficiaria documentare, attraverso un’adeguata e sistematica reportistica, il mantenimento, per tutto il periodo di fruizione dei benefici, delle caratteristiche e dei requisiti richiesti”.

 

In realtà il principio ribadisce quanto già affermato dalla Circolare del MiSE n. 177355 del 23 maggio 2018, ma supponiamo che in vista di futuri controlli l’Agenzia abbia voluto mettere in guardia le aziende fruitrici delle agevolazioni.

 

Cosa può fare Open per me?

Come prima cosa valutare lo stato dell’arte del reparto produttivo.

Inoltre, individuare i beni che hanno dato luogo alla fruizione di un beneficio e valutare che continuino a rispettare tutti i requisiti.

Spesso per esigenze produttivi i macchinari possono essere ricollocati o subire modifiche.

In questo modo si assicura e si valida che nulla è cambiato.

E se non è così? Il nostro team di esperti è a disposizione per aiutarti e farti essere compliant.

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