Un bene strumentale può essere o meno qualificato come 4.0, a seconda che rispetti alcuni requisiti previsti dalla normativa. In assenza di questi ultimi può comunque fruire del credito di imposta per investimenti in beni strumentali, ma con aliquote percentuali ridotte.
A seconda della categoria di bene che si intende agevolare, quindi, è richiesto il soddisfacimento di più o meno requisiti. Infatti, l’Allegato A, può essere scisso in 3 macro categorie di beni strumentali:
Se il bene in questione rientra nella categoria A, dovrà soddisfare tutti i seguenti requisiti:
In aggiunta ai requisiti sopracitati, sarà necessario dimostrare il rispetto di almeno due sui tre ulteriori requisiti:
Nel caso invece dei beni rientranti nelle macro categorie B e C, questi dovranno rispettare il solo requisito dell’interconnessione, come riportato all’interno delle FAQ ministeriali.
Occorre specificare un ulteriore passaggio: nel caso in cui un bene strumentale non sia in grado di rispettare, anche solo temporaneamente, tutti i requisiti richiesti, ciò non significa che non possa accedere al credito investimenti.
I beni potenziali 4.0 potranno usufruire di un credito al 10% dall’esercizio di entrata in funzione, e dall’anno di avvenuta interconnessione e soddisfacimento di tutti i requisiti, iniziare a godere dell’aliquota maggiorata al 50%. La differenza di percentuale agevolativa non verrà persa dal beneficiario, ma finirà “in coda” alle quote maggiorata.
Esercizio 2021: acquisto e messa in funzione di una macchina per l’imballaggio, priva di alcuni requisiti per essere considerata 4.0. E’ possibile fruire del 10% dal 2021, suddiviso in tre quote di pari importo.
Esercizio 2022: la macchina viene interconnessa e messa in condizione di rispettare i 5+2 requisiti. Dal 2022 sarà possibile usufruire della percentuale maggiorata al 50%, da scindere in tre quote negli esercizi 2022, 2023 e 2024. Nel 2025 si potrà scontare la differenza di aliquota del 2021, ossia del 40% restante.
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