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25 Luglio 2022

Entra in vigore il Codice della Crisi di impresa: cosa comporta?

Dopo diversi anni di attese e proroghe entra ufficialmente in vigore il Codice della Crisi di impresa, che porta con sé diverse novità non di poco conto. Vediamo più da vicino cosa comporta.

Codice della Crisi di impresa: le novità

Con l’entrata in vigore del nuovo codice viene eliminato il precedente sistema di allerta, il quale aveva visto un lavoro non di poco conto da parte dell’Ordine nazionale dei commercialisti, con l’individuazione di indici sistemici differenziali in base a dimensione e settore di attività.

E’ stato invece introdotta una nuova modalità di rilevazione dei segnali di crisi, che tengono conto di:

  • verifica della sostenibilità dei debiti e delle prospettive di continuità aziendale almeno per i 12 mesi successivi ed esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 giorni pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni; lo strumento da adottare è un budget di cassa/di tesoreria a 12 mesi,
  • esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti,
  • esistenza di esposizioni nei confronti di banche e altri intermediari finanziari scadute da più di 60 giorni o che abbiano superato da almeno 60 giorni il limite degli affidamenti se rappresentano almeno il 5% delle esposizioni,
  • esistenza di una o più esposizioni debitorie nei confronti di creditori pubblici (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate e AdER).

L’importanza degli assetti organizzativi

Ricordiamo il rispetto degli assetti organizzativi, aspetto già entrato in vigore poiché inserito nel Codice civile da marzo 2019. Un’organizzazione idonea permetterebbe infatti di:

  • rilevare squilibri patrimoniali o economico-finanziari;
  • verificare sostenibilità dei debiti e continuità aziendale;
  • seguire la lista di controllo dei segnali di allarme;
  • effettuare il test di perseguibilità del risanamento.

Come risposta alla possibile presenza di segnali di crisi, si può utilizzare l’istituto della composizione negoziata. Questo istituto però non comporta in automatico la sospensione o la revoca degli affidamenti, opzione che può essere disposta e attivata soltanto previa comunicazione che ne motivi la necessità. 

La figura strategica degli stakeholder

In aggiunta, gli intermediari finanziari e gli istituti di credito, solitamente visti come “nemici” in queste situazioni, diventano cruciali nell’orientare l’azienda verso scelte che non interrompano l’attività di business, così da incrementare le opportunità di risanamento

In ultimo, i creditori nei cui confronti operano le misure protettive sono tenuti al rispetto dei contratti ed alle forniture derivanti da accordi presi prima dell’accesso alla composizione negoziata, al fine di non aggravare la situazione aziendale, bensì facilitare il risanamento.

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