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80 milioni per la mobilità sostenibile

Si aprirà il prossimo 25 luglio lo sportello per la presentazione di progetti per la costruzione di autobus elettrici – non ibridi – a valere sul PNRR all’interno della missione denominata “Sviluppo di una leadership internazionale, industriale e di ricerca e sviluppo nel campo degli autobus elettrici”.

Quali sono gli obiettivi del bando?

Lo strumento di incentivazione introdotto dal PNRR mira a sostenere la realizzazione di programmi di investimento funzionali alla trasformazione verde e digitale dell’industria degli autobus attraverso la produzione di veicoli elettrici e connessi.

Nello specifico, i programmi di investimento produttivi devono essere finalizzati:

  1. all’ottimizzazione e produzione di sistemi di trazione elettrica;
  2. alla produzione di nuove architetture di autobus, nell’ottica della migrazione verso sistemi di alimentazione elettrici, dell’alleggerimento dei veicoli, della digitalizzazione dei veicoli e dei loro componenti;
  3. alla produzione di componentistica per autoveicoli per il trasporto pubblico e di nuove tecnologie IoT applicate al trasporto pubblico;
  4. alla standardizzazione e l’industrializzazione di sistemi di rifornimento e di ricarica, nonché lo sviluppo di tecnologie finalizzate alla produzione di sistemi per la “smart charging” di autobus elettrici;
  5. alla produzione di sensori e sistemi digitali per la guida assistita, per la gestione delle flotte, per la sicurezza, anche integrati nei singoli componenti del veicolo per il monitoraggio continuo e la manutenzione predittiva.

Agli stessi programmi possono essere abbinati progetti formativi (per un massimo del 10%) e di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale.

A chi si rivolge il bando?

Possono partecipare tutte le imprese, di qualunque dimensione, regolarmente iscritte nel Registro delle Imprese che non si trovino in difficoltà o siano in crisi.

Che caratteristiche devono avere i programmi di investimento?

Partiamo dall’entità delle spese: minimo 1 milione di euro e massimo 20 milioni. Sopra i 20 milioni verranno costituiti dei Contratti di Sviluppo.

Un importo pari al 40% delle risorse (si parla di 300 milioni a valere sulla missione, ma sono solo 80 milioni quelli previsti inizialmente a copertura dello sportello in apertura) è riservato alle regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Ad ogni modo, un 25% delle spese dovrà essere autofinanziato.

I programmi di investimento produttivo potranno riguardare:

  • la creazione di una nuova unità produttiva;
  • l’ampliamento della capacità di un’unità produttiva esistente;
  • la riconversione di un’unità produttiva esistente;
  • la ristrutturazione di un’unità produttiva esistente.

I piani di investimento dovranno essere avviati successivamente alla data di presentazione della domanda e conclusi entro 36 mesi dal provvedimento di concessione.

Quali sono le spese ammissibili?

Le spese dovranno essere riferite all’acquisto e alla costruzione di immobilizzazioni. E’ possibile rendicontare costi inerenti:

  • suolo aziendale e sue sistemazioni (max. 10%)
  • opere murarie e assimilate (max 50%)
  • infrastrutture specifiche aziendali
  • macchinari, impianti e attrezzature NUOVI
  • immobilizzazioni immateriali e asset. Nel caso di grandi imprese tale voce è ammissibile per il 50% delle spese di progetto.

Nel caso di grandi imprese, le spese ammissibili devono superare l’ammortamento degli attivi relativi all’attività da modernizzare durante i tre esercizi finanziari precedenti. Nel caso di un progetto di diversificazione di uno stabilimento esistente, i costi ammissibili devono superare almeno del 200% il valore contabile degli attivi riutilizzati.

I beni agevolati devono rimanere all’interno dell’unità produttiva per almeno 5 anni (3 in caso di PMI).

Nel caso in cui i programmi di investimento prevedano anche progetti di RS e/o formazione, potranno essere rendicontate anche le spese di personale, consulenze, attrezzature, docenza e spese generali.

Quale tipologia di agevolazione è prevista?

E’ previsto un mix agevolativo tra contributo a fondo perduto e finanziamento agevolato. Il totale delle agevolazioni non può superare il 25% delle spese di progetto.

Circa il finanziamento, la durata massima è di 10 anni e il tasso agevolato sarà pari al 20% del tasso di riferimento vigente alla data di concessione. Sotto i 10 milioni di euro, i finanziamenti non sono assistiti da forme di garanzia.

E’ possibile cumulare altre agevolazioni con la presente misura, nel rispetto del principio del “doppio finanziamento”.

Qual è l’iter di presentazione delle domande?

La domanda andrà presentata telematicamente sul portale di Invitalia, secondo i moduli e le procedure previste. 

Le domande verranno evase in base a una procedura valutativa a sportello. I programmi di investimento che avranno esito positivo, riceveranno la comunicazione di concessione entro 90 giorni dalla delibera di ammissione.

Le agevolazioni sono concesse in un massimo di cinque erogazioni, di cui:

  • l’erogazione a saldo non può essere inferiore al 15%
  • il 40% può essere richiesto quale anticipo, dietro presentazione di fideiussione bancaria
  • ogni SAL non può riguardare una quota di spesa inferiore al 30%.
Tags: Misure territoriali

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