Nella giornata di ieri, a Torino, sono stati presentati dal Governo, i principali risultati del piano Impresa 4.0.
Se si considerano gli investimenti innovativi nei settori agevolati dal super e iperammortamento fiscale e dai finanziamenti della Nuova Sabatini gli ordini interni sono cresciuti nel 2017 dell’11% su base annua.
In attesa di vedere se la prossima legislatura consentirà di rendere strutturali le misure di incentivazione in corso per quest’anno, il focus si sposta sempre di più sulle competenze, aspetto su cui l’Italia è in vero ritardo. Solo l’8,3% di lavoratori tra 24 e 65 anni partecipa a corsi di formazione, sotto la media Ue del 10,8%, e siamo tra le ultime economie avanzate per competenze digitali nelle forze di lavoro.
Il 38% delle imprese manifatturiere – allettate anche dal credito di imposta che dovrebbe diventare operativo tra pochi mesi – prevede di investire quest’anno in formazione collegata alle nuove tecnologie 4.0 e un quarto delle aziende pianifica di reclutare nuove persone con conoscenze coerenti a questi temi. Un salto di qualità rispetto al 2017, dove la voce formazione non compare tra i principali settori di investimenti nel digitale infatti,il 42% delle imprese ha investito in software, il 33% in internet of things, il 30% in cloud, poco più del 20% in cybersecurity e meno del 15% in robotica.
Per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il premier Paolo Gentiloni – che hanno rispettivamente aperto e chiuso l’evento di Torino – Industria 4.0, formazione e occupazione devono essere una sequenza logica. «La manifattura italiana – secondo Gentiloni – ha affrontato la transizione ed oggi ha le carte in regola per essere nel gruppo di testa anche grazie a Industria 4.0. I 9,8 miliardi messi in campo dalla legge di bilancio possono dare ulteriore impulso». Per Padoan «la crescita è tornata ma possiamo fare meglio e renderla inclusiva».
Fonte: Il Sole 24 Ore
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