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Credito di imposta per investimenti in beni strumentali: quando un bene può essere qualificato come 4.0?

Un bene strumentale può essere o meno qualificato come 4.0, a seconda che rispetti alcuni requisiti previsti dalla normativa. In assenza di questi ultimi può comunque fruire del credito di imposta per investimenti in beni strumentali, ma con aliquote percentuali ridotte.

A seconda della categoria di bene che si intende agevolare, quindi, è richiesto il soddisfacimento di più o meno requisiti. Infatti, l’Allegato A, può essere scisso in 3 macro categorie di beni strumentali:

  • A – beni strumentali con funzionamento controllato da sistemi computerizzati e/o gestiti tramite opportuni sensori e azionamenti (ad esempio macchine per la produzione, imballaggio, lavorazione, macchine utensili, ecc.);
  • B- sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità (ad esempio sistemi di sensori, sistemi per la tracciabilità dei prodotti, ecc.);
  • C – dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0 (ad esempio sistemi di sicurezza per prevenire infortuni, diminuire errori ed aumentare l’efficienza).

Se il bene in questione rientra nella categoria A, dovrà soddisfare tutti i seguenti requisiti:

  1. controllo per mezzo di CNC e/o PLC (vedi nota 1 sotto);
  2. interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica;
  3. integrazione con il sistema logistico della fabbrica e/o altre macchine;
  4. interfaccia uomo macchina semplice ed intuitiva;
  5. rispondenza ai più recenti standard in termini di sicurezza.

In aggiunta ai requisiti sopracitati, sarà necessario dimostrare il rispetto di almeno due sui tre ulteriori requisiti:

  1. sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto;
  2. monitoraggio in continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo;
  3. caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico).

Nel caso invece dei beni rientranti nelle macro categorie B e C, questi dovranno rispettare il solo requisito dell’interconnessione, come riportato all’interno delle FAQ ministeriali.

Occorre specificare un ulteriore passaggio: nel caso in cui un bene strumentale non sia in grado di rispettare, anche solo temporaneamente, tutti i requisiti richiesti, ciò non significa che non possa accedere al credito investimenti.

I beni potenziali 4.0 potranno usufruire di un credito al 10% dall’esercizio di entrata in funzione, e dall’anno di avvenuta interconnessione e soddisfacimento di tutti i requisiti, iniziare a godere dell’aliquota maggiorata al 50%. La differenza di percentuale agevolativa non verrà persa dal beneficiario, ma finirà “in coda” alle quote maggiorata.

Esempio

Esercizio 2021: acquisto e messa in funzione di una macchina per l’imballaggio, priva di alcuni requisiti per essere considerata 4.0. E’ possibile fruire del 10% dal 2021, suddiviso in tre quote di pari importo.

Esercizio 2022: la macchina viene interconnessa e messa in condizione di rispettare i 5+2 requisiti. Dal 2022 sarà possibile usufruire della percentuale maggiorata al 50%, da scindere in tre quote negli esercizi 2022, 2023 e 2024. Nel 2025 si potrà scontare la differenza di aliquota del 2021, ossia del 40% restante.

Tags: Credito Investimenti 4.0

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