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Ricerca e Sviluppo: dove conviene davvero?

Come è cambiato il credito di imposta R&S dopo il decreto Rilancio

Il nuovo Credito di Imposta per investimenti in Ricerca e Sviluppo modifica la precedente versione in essere per il 2019. Vediamo nel dettaglio. 

Le novità

Viene eliminato il requisito della media degli investimenti sostenuti nel triennio 2012-2014, ampliato il numero di attività ammissibili, con una riduzione di aliquota. Non per questo si tratta per forza di un aspetto negativo, permettendo ad un numero superiore di aziende di accedere alla misura. 

Non tutte le regioni sono uguali

I benefici del credito però sono nettamente superiori in alcune parti di Italia: si tratta delle aree del Mezzogiorno e delle zone colpite da eventi sismici di Lazio, Marche e Umbria. 

Con il nuovo Decreto Rilancio infatti, il Governo ha disposto un innalzamento generoso delle aliquote ma non solo: vengono inclusi i progetti di ricerca e sviluppo in materia di COVID-19. 

Per quanto riguarda le percentuali del credito, vengono previste, in maniera inversamente proporzionale alla dimensione aziendale: 

  • Un aumento fino al 25% per le grandi imprese con 250 dipendenti e fatturato annuo di almeno 50 milioni di euro o con un totale di bilancio di almeno 43 milioni di euro;
  • Un aumento fino al 35% per le medie imprese con 50 dipendenti e un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro;
  • Un aumento fino al 45% per le piccole imprese che occupano meno di cinquanta dipendenti e con un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro.

Un occhio al futuro

Il credito si inserisce nel più ampio contesto definito ormai Transizione X.0: il Governo è già impegnato a definire la proroga, sembra triennale, sia del credito per la ricerca e sviluppo, sia per il credito in investimenti strumentali che per Formazione. 

Attenzione particolare meritano anche i progetti di riorganizzazione in ottica digitale e lo smartworking, nonché l’economia circolare, senza dimenticare gli asset intangibili. 

Un’ulteriore possibilità, non troppo remota, è quella di prevedere la cedibilità del credito, replicando il sistema realizzato per il Superbonus. 

Non ci resta che attendere le nuove disposizioni, prestando attenzione alle novità dei prossimi mesi. 

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