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Il made in Italy e la scelta del bonus più conveniente

Vantaggio di aliquota per i settori con rinnovo regolare dei prodotti.

Lo scorso 21 luglio è stato pubblicato in Gazzetta il decreto attuativo per il credito di imposta in ricerca e sviluppo, innovazione, design e ideazione estetica; documento che avrebbe dovuto risolvere dubbi applicativi e colmare i vuoti lasciati dalla Legge di Bilancio. 

Cosa cambia rispetto al passato

Nella precedente disciplina, si era intervenuti a integrare la normativa con Circolari e Risoluzioni, al fine di riconoscere e includere i settori del tessile e dell’artigianato, premiando le attività innovative. 

Dalla nuova versione ci si aspettava una norma specifica e premiante per il Made in Italy, come più volte ribadito dal Ministero.  

Si tratta di una promessa mantenuta a metà. 

Il nuovo credito di imposta per design e ideazione estetica

Il nuovo credito, che prevede un’aliquota del 6% sulla base imponibile formata dalle spese ammissibili, prevede un’applicazione certa per il settore dell’abbigliamento, che vede quindi un’apposita misura destinata. Allo stesso tempo però, il MISE include nello stesso credito, tutti quei settori nei quali è previsto il rinnovo a intervalli regolari dei prodotti. Non solo Made in Italy quindi, ma un bacino settoriale decisamente allargato e non del tutto chiaro, con confini labili e fumosi. 

Ideazione estetica o innovazione: cosa conviene di più?

Inoltre il testo della norma non pone restrizioni rispetto le altre tipologie di credito (ricerca e sviluppo e innovazione). Cosicché un’impresa operante nel settore orafo potrebbe allo stesso tempo effettuare investimenti rientranti nelle altre fattispecie. 

Questo creando un percorso a due vie: rimanere nel confine tracciato appositamente dal Legislatore ma con un’aliquota inferiore, oppure optare per un altro credito di imposta con un’aliquota più alta. 

Questo ragionamento va naturalmente inquadrato all’interno di un discorso più ampio, ossia qual è stato il mio investimento?”. L’opzione ora riportata è esercitabile solo sul piano soggettivo ma non su quello pratico. Il credito di imposta innovazione si applica infatti ad attività differenti rispetto le innovazioni estetiche e sarà quindi necessario approfondire e analizzare le attività svolte dall’impresa caso per caso al fine di rispettare la normativa. 

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