A prevedere un “periodo di grazia”, non è stato direttamente il GDPR, ma il decreto legislativo 101/2018, che ha adeguato la vecchia normativa nazionale sulla privacy al nuovo sistema europeo.
Il comma 13 dell’articolo 22 del Dlgs, prevedeva che per otto mesi a partire dal 19 settembre scorso, data di entrata in vigore del decreto, il Garante della privacy tenesse conto, prima di applicare sanzioni amministrative, della novità delle regole sulla tutela dei dati.
A quasi un anno dall’introduzione del regolamento europeo GDPR, il tema della privacy torna a imporsi.
Nei giorni scorsi è, infatti, scaduto il periodo di tolleranza concesso dal legislatore per consentire un approccio soft alle nuove regole sulla riservatezza e per molti può essere necessario effettuare un check-up degli adempimenti per non farsi trovare impreparati.
Come il Garante ha ripetuto, inizierà una tornata di nuove ispezioni, concentrata soprattutto sui grandi gestori di dati personali.
Quali sono quindi i controlli che le aziende devono effettuare per sapere se si è in linea con gli obblighi sulla tutela dei dati?
Possiamo suddividerli così:
Effettuando questi controlli in azienda, si evitano le pesanti sanzioni amministrative previste dal GDPR , che possono arrivare al 4% del fatturato. Senza scordarci del possibile danno reputazionale, i provvedimenti del Garante sono infatti pubblici!
Open, senza impegno, ti aiuta a capire quanto la tua azienda sia in regola con il regolamento GDPR.
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